Testimonianze
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Scrivo il giorno seguente al termine di un seminario con Fabio Alessandri. Oggi è domenica, una domenica italiana, in cui solitamente è facile abbandonarsi all’idea del pranzo in famiglia e al consueto pensiero su come passare una giornata di “tempo libero“. Ho quarantasei anni, è passato diverso tempo dall’ultima domenica in cui ricordo di esser scesa giù dal letto con un idea precisa, sostenuta da una marcata determinazione e da un fresco entusiasmo. Stamattina mi sono svegliata pensando, ma non al tempo libero e allo svago o al riposo, “perché è domenica“. Mi sono svegliata con il pensiero di annodare un cordino in un modo tutto particolare e di tracciare con una matita delle linee armoniose e parallele su di un foglio bianco, per misurarmi con me stessa. Ricordo che da bambina facevo le cose per il gusto di farle. La soddisfazione non era tanto nel risultato, ma nello stesso saper fare. C’era bellezza nel vedere di saper fare. Era bello misurarmi con le mie forze. Questa sensazione ritrovata è ciò che di più prezioso riporto a casa dopo un seminario rivolto a coltivare la nostra capacità di intuizione in una prospettiva antroposofica.
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Con Fabio Alessandri si studia, ma soprattutto si lavora. Musica, lavoro manuale, disegno, movimento, linguaggio, esercizi per attivare il pensare, uso appropriato dei dodici sensi. Gli effetti positivi sono quasi immediati, ci si accorge realmente che qualcosa di costruttivo si muove in noi, o per meglio dire si attiva in noi. Si va ben al di là di una somma di contenuti di natura conoscitiva e di riflessioni che fluttuano nell’aria, dandoci l’impressione di essere un nutrimento per l’ anima. Gli effetti riguardano un pensare e un sentire che si mettono in azione con curiosità e vitalità. L’ azione ci sposta dall’illusione, dall’interpretazione, dal filosofeggiare, dal sognare fine a se stesso. Attivandoci entriamo in relazione con le nostre forze e ci rendiamo conto in prima battuta di non essere in grado di utilizzare appieno i nostri sensi in modalità auto guidata.
Grazie ad una persona esperta che conosce bene come attivare gli strumenti sensori di cui siamo dotati si può scoprire con soddisfazione che applicandosi con impegno e fatica i nostri sensi e tutto il loro potenziale ci permettono di avere un approccio alla vita meraviglioso, costruttivo, diverso, orientato verso un futuro di qualità. Mettendo in evidenza la vitale osservazione del pensare – la più elevata tra le attività dell’essere umano, come sottolineato durante il seminario – e l’importanza di imparare ad esercitare questa attività in modo corretto e auto gestito.
Abbiamo bisogno di passare dall’aspetto conoscitivo dei fenomeni a quello esperienziale, per non perdere, non soltanto quello che rimane della bella cultura del passato ma soprattutto per tenere in vita, le forze che ci consentono di diventare esseri umani sempre migliori, armonici, altruisti, in grado di evolvere nel senso più alto, attraversando l’ esperienza della vita nel miglior modo possibile.
Ringrazio Fabio Alessandri per la grande premura coltivata nel tempo, nel rimanere aderente ai veri intenti proposti dall’Antroposofia nei suoi temi fondamentali.
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Maria M.
L’ incontro con Fabio Alessandri è stato ed è per me, una chiave di volta. Un professore in grado di accompagnare nella conoscenza dell’ Antroposofia, permettendo a quest’ultima di restare una scienza viva, nella quale chi studia non ha un atteggiamento passivo ma anzi, partecipa attivamente durante lo studio, verso il dispiegamento dei veli che separano il mondo della materia da quello dello Spirito. Il modo stesso di insegnare adottato da Fabio, è vivo e cambia in base alla situazione. Credo che questo modo di insegnare sia letteralmente un Arte e dunque un qualcosa che viene anche da capacità naturali di chi la svolge. Un talento, un dono. Durante tutte le occasioni di studio con Fabio Alessandri, vengono usate conoscenze e valori di base Antroposofica senza che traspaia un metodo rigido o predefinito. Trovo che questo sia raro da trovare in un insegnante.
Maria M.
Laura
Caro Fabio,
vorrei ringraziarti per avermi permesso di partecipare ai campi estivi a Gorfigliano, lavorare con i bambini e gli adolescenti e vivere quella comunità in un paese reale – e non solo – per una settimana con 10 persone adulte. Sono grata di averti potuto vedere all’opera e le preziose riunioni del pomeriggio, anche se all’inizio molto lunghe e piene, sono state preziosissime, e mi hanno fatto comprendere la grande importanza della famosa retrospettiva, fatta bene; ho pensato: così si fa…!
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Quello che ho sentito , da quando ti seguo è stata un grande accettazione di chi sono (anche se devo ammettere che io non so ancora chi sono), ma questo semplice atteggiamento nei miei confronti ha sciolto dei nodi, o meglio mi ha permesso di pormi verso i nodi della mia vita in modo diverso. L’essere inadatta e non accettata è un tema che si presenta spesso nella mia vita e questa sensazione nei lavori con te non esiste, proprio come se si dissolvesse nel nulla. Il tuo modo e le situazioni che ho vissuto mi hanno fatto sentire come al mio posto, questa è la sensazione che ho avuto. Sento anche che piano piano il mio modo di pensare inizia a cambiare, non so dirti bene il perché, ma é proprio come se stesse avvenendo un processo di trasformazione. È una cosa che avviene con lentezza, ma incessantemente.
Avevo già in mente di scriverti dopo il centro estivo, perché spesso mi riesce difficile dire queste cose a voce, anche se di ritagli di tempo ne abbiamo avuti. Ho potuto notare che tu hai Tempo e Presenza per le persone, magari contato e destinato a qualcosa o qualcuno in particolare, ma c’era, era proprio un tempo “pieno”. È come se tu dicessi: “a me importa”, e questo atto di amore è bellissimo e mi commuove. Ti ringrazio a nome anche di chi non riesce a dirlo (come me), o a scriverlo.
È venuto a trovarmi un mio amico e mi sono sorpresa di parlare tanto del centro estivo, di tutte le giornate piene e delle persone bellissime ed interessanti, dei bambini, del bosco , della cava, del ranch dei cavalli, del teatro, delle danze, dell’eremita, del fiume, del lago, degli abitanti del paese, dei giochi tra di noi e de quelli di legno, delle canzoni al lume del falò e insomma delle tantissime cose vissute a Gorfigliano. La cosa però su qui mi sono soffermata non è tanto il fatto che ci fossero tutte queste cose, che di certo non sono scontate, ma l’idea che c’é stata dietro, cioè tutto quello che è stato ha avuto la sua ragione di esistere e ha avuto una sua forma perché dietro c’era un idea ben precisa, stabile, ferma, ma anche libera, buona, vera, reale, mi verrebbe da dire anche giusta. Ed è anche come io mi sono sentita : giusta, o meglio sulla strada giusta, nel luogo giusto.
Concludo lasciandoti un frase di Maya Angelou:
“Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, possono dimenticare ciò che hai fatto , ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.”
Un grande abbraccio e a presto!
Laura
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Biancamaria P.
Conosco l’antroposofia da tempo, ma ho iniziato a studiarla concretamente da poco e, grazie a questo evento inaspettato, che ha creato un blocco nel solito scorrere del vivere in tanti di noi, mi sono imbattuta in Fabio Alessandri. Ho iniziato a seguire alcuni dei corsi online che ha organizzato e partecipo quotidianamente alle “Stanze del futuro”.
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Ne sono molto contenta perché ho trovato spunti interessanti per “leggere” ciò che sta accadendo dentro e fuori di me in questo tempo sospeso e, inoltre, trovo che la modalità di lettura dei testi scritti da Rudolf Steiner, che viene qui proposta, sia davvero di valore, in quanto mi sta permettendo di iniziare a ”vedere” ciò che in essi vi è celato e a comprendere sempre meglio qual’è il contributo che l’antroposofia può fornire a chi, come me, ha a cuore il destino dell’umanità e vuole continuare o iniziare ad attivarsi affinché si possa vivere in un mondo che pone sempre più al centro l’uomo.
Biancamaria P.
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Loretta
Da quando c’è stata la chiusura per il virus ho percepito questa come una grande opportunità per fermarmi, approfondire, impegnarmi a far “diventare sangue” il mio sentire, lo studio, i pensieri.
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Da qualche anno seguo corsi, convegni, idee e proposte che si rifanno alla triarticolazione sociale e non solo. Sono convinta che il cristianesimo del futuro passerà necessariamente da questa via. La sensazione è quella di aver sino ad ora sorvolato questo territorio senza essere mai atterrata veramente. Ebbene in questo periodo di assidua frequentazione alle tue proposte: Le stanze del Futuro, lo studio di “Filosofia della Libertà” e di “Iniziazione”, ho sentito di essere scesa a terra e di camminare passo dopo passo in questo territorio. Sto esplorando e sto facendo diventare memoria dentro di me quello che viene scambiato. Questo tornare e ritornare è per me importante, comprendo che non mi basta leggere, studiare in solitario ma è per me necessario assaporare, masticare e digerire. Inoltre mi aiuta molto sentire e vedere che non sono sola a cercare e ad avere bisogno di stare. Quaranta persone che si ritrovano al mattino alle 7,30 sei giorni su sette la dice lunga circa la fame diffusa.
Grazie per la tua dedizione
Loretta
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Gianluca
Sto partecipando con attenzione agli incontri di Fabio e ritengo che abbiano un significato importante soprattutto per l’approccio orientato all’osservazione pensante, procedendo per gradi, senza fare salti e costruendo un centro comune di condivisione. L’effetto è di una chiarificazione rispetto ai testi ed ai contenuti e di uno scambio vivo con tutti i partecipanti.
Gianluca
Elisa C.
Da tanto avevo voglia di iniziare uno studio con Fabio Alessandri, ma non ne avevo la possibilità per motivi di logistica. Le conferenze online me ne hanno finalmente dato la possibilità. È un’opportunità di lavoro su me stessa, per nutrire e coltivare il pensare.
La generosa condivisione di saperi e riflessioni di Fabio con la sua grandissima esperienza e profondità di studio e di vita, e di tutti i partecipanti, nella modalità interattiva e partecipativa, rende per me questa esperienza preziosa.
Grazie!
Elisa C.
Raffaella
Da un po’ di tempo ero alla ricerca di un gruppo di lavoro e studio del testo “La filosofia della libertà”.
L’idea di iniziare in autonomia mi ha sfiorata, ma mi è mancato il coraggio di accostarmi per una sorta di convinzione di sacralità del testo e poi perché ero certa che mi sarei ritrovata a svolgere la solita lettura di tipo intellettuale e tradizionale.
Fabio ha sovvertito completamente questo schema. Con il suo metodo, le parole prendono vita, i pensieri dell’autore risorgono, lo studio diventa un gioco dove tutti possono partecipare con grande serenità e nel gioco, grazie alla perizia e alla sapienza di chi lo conduce, noi sperimentiamo la creatività del nostro pensare e la bellezza della condivisione.
Ringrazio Fabio per il suo lavoro, così stimolante e sicuramente nuovo per me.
Raffaella
Lorena C.
Le Stanze del Futuro sono un appuntamento che attendo con gioia e che mi introduce al giorno piena di entusiasmo. Il percorso che abbiamo iniziato con le riflessioni sulla questione sociale partendo da noi stessi e dall’attivazione della forza di volontà per poter giungere ad azioni efficaci per gli altri mi ha portato a voler un po’ sfidare la mia pigrizia, per perlustrare attitudini diverse da quelle che vivo sempre. Sono madre di quattro figli quindi le mie azioni per lo più sono legate a doveri ( sociali o morali ) e quindi raramente così libere.
Continua a leggere Ora con questo momento di crisi sociale si sono riaperti grandi temi del senso della vita nella collettività umana, forse anche in relazione con la paura e non potercela fare da soli. Così si è riproposto forte il tema sociale che per anni avevo accantonato e che hai solleticato molto bene con i nostri incontri del mattino. Eccomi, sono qui per lavorare per il futuro ed è per questo che mi sono messa all’opera con gli esercizi che ci hai proposto. E ho scoperto che mi genera un entusiasmo che non conoscevo da tempo. Grazie Lorena C. Mostra meno
Valentina V.
Grazie Fabio, questa iniziativa (Le Stanze del Futuro) ha secondo me un valore di una portata enorme, soprattutto il fatto di poter risentire la registrazione consente di mantenere il filo del discorso anche quando non si può partecipare.
Valentina V.
Andrea
Si è creato nelle Stanze del Futuro un gruppo di lavoro molto interessante e giorno dopo giorno sta diventando sempre più fecondo. Ho percepito come tutte le anime riunite seriamente e con molta umiltà sotto uno stesso ideale possono veramente creare un mondo nuovo dedito al bene al vero e al bello e questo interiormente da tanta forza e coraggio. E per questo ti ringrazio.
Andrea
Elisabetta P.
Trovo che gli incontri quotidiani che hai creato di confronto e riflessione siano determinanti per poter intraprendere l’inizio di un percorso che sia in grado di creare le basi di un vivere comune. Questi incontri per me sono come i fili di una ragnatela, si intersecano gli uni con gli altri, si allargano gradatamente da un piccolo centro concentrico per conquistare a piccoli passi sempre più ampia superficie; una superficie flessibile ma resistente, equilibrio fondamentale di una sana cooperazione del vivere. Alla fine di ogni incontro sento di aver tessuto qualcosa di più nel mio cammino di consapevolezza.
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Per chi come me, da anni ormai, crede che il vivere condiviso con le giuste persone sia necessario per una sana evoluzione umana, questi incontri aprono porte concrete verso la realizzazione di un concetto di comunità assolutamente rinnovato. Un cammino che possa elevare la coscienza dell’uomo attraverso lo studio e l’esperienza della Scienza dello Spirito credo sia veramente l’humus necessario per la nascita di un nuovo vivere comune.
Elisabetta P.
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Manuela
Io posso dire che l’esperienza che sto facendo partecipando al corso di studio su “La filosofia della libertà” è veramente, e forse un po’ inaspettatamente, molto stimolante. C’è un bel gruppo di partecipanti, molto ordinato.
La modalità di lavoro richiede attenzione e l’idea di chiudere il video, ascoltando quindi senza poter vedere chi parla, rimanda un po’ all’esperienza della radio. Esercitiamo l’udito più che la vista, e anche questo mi sembra un sano allenamento controtendenza. Una buona occasione di studio sia per il testo affrontato che per la prassi proposta. Un bel lavoro insomma!
Manuela
Alessandro
Le Stanze del futuro sono un luogo concreto nel web dove si crea un gioco reale e sociale da applicare alla realtà.
Un momento di incontro per cercare di risolvere questioni fondamentali da sviluppare per il futuro dei nostri figli e per il futuro di chi ci circonda.
Un’esperienza costruttiva, concreta e molto stimolante dove ogni giorno si fa un passo in più verso l’altro , in un momento molto particolare dove tutto sembrerebbe obbligarci a fare l’opposto.
Grazie Fabio e grazie a tutti i partecipanti.
Alessandro
Valentina P.
Ciao Fabio,
seguo le conferenze bisettimanali del mercoledì e lo studio di “Filosofia della libertà” della domenica mattina.
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Premetto che ho sempre sognato leggere la tua traduzione di “Filosofia della libertà”, quindi quando ho scoperto che c’era la possibilità di seguire un gruppo online ne sono stata felicissima. C’era però forte in me il timore che il mezzo potesse non essere adatto al fine. Di questi tempi siamo stati tutti costretti a riflettere sull’utilizzo della tecnologia ed inizialmente il mio punto di vista era quello di chi continuava ad osteggiarla, nonostante la situazione particolare. Poi ho raggiunto la fase per cui ho capito che non c’erano solo due scelte, rifiutarla o esserne schiava, ma che la giusta via poteva essere quella di utilizzarla con consapevolezza, scegliendo ragionevolmente che utilizzo farne. Così, per fortuna, ho deciso di provare a seguire non solo le conferenze, ma anche il gruppo di studio.
Il tuo modo di gestire gli incontri sembra essere un’applicazione pratica di quello che, secondo me, è lo studio dell’antroposofia. Le tue idee chiare su come procedere e come gestire la conversazione riescono a limitare notevolmente gli inconvenienti che potrebbero sorgere, come il sovrapporsi di interventi a causa del ritardo o la confusione generata dai contesti dei partecipanti. Può sembrare banale, ma dopo due mesi di utilizzo di Zoom e Skype per molte situazioni eterogenee posso assicurarti che avere regole chiare sull’utilizzo del video e del microfono è fondamentale. Così come avere una persona che, con decisione e gentilezza, riesce a tenere sempre tutto sotto controllo. Spesso, dopo un incontro virtuale, mi capita di avere mal di testa o sentirmi affaticata, ma la domenica mattina, al termine dei nostri incontri, mi sento rigenerata come se ci fossimo incontrati dal vivo. L’unica nota negativa è l’aspetto sociale. A parte le persone che intervengono più spesso, gli altri sono solo nomi su uno sfondo nero. Ma magari con il passare del tempo ci sarà anche modo di conoscersi meglio tutti; d’altronde anche dal vivo ci vuole tempo a creare un gruppo. Probabilmente in questo modo ce ne vorrà di più, ma pazienza.
Per quanto riguarda lo studio in sé, trovo che il lavoro sia chiaro, semplice, pulito e allo stesso tempo efficace e profondo. C’è un giusto equilibrio tra lo spazio lasciato a domande ed interventi e i momenti in cui ci prendi per mano e ci accompagni alla scoperta del testo e di quello che c’è oltre. E l’introduzione della sigla è stato uno di quei particolari che fa la differenza!
Delle conferenze del mercoledì sera ho potuto seguire solo la seconda, ho avuto notizia dei tuoi incontri proprio il giorno dopo la prima conferenza online. Comunque anche in questo caso l’esperienza è stata positiva, sia per quanto riguarda l’utilizzo del mezzo che per i contenuti. L’esempio su come portare incontro al bambino il grano ed il pane a seconda dell’età è stato come una rivelazione. In pochi minuti ho compreso cose che fino a quel momento avevo solo studiato, è stato molto potente.
Per tutti questi motivi mi sento di ringraziarti profondamente per il lavoro che fai.
GRAZIE!
Valentina P.
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Lorena
Gentile Fabio buonasera, vorrei ringraziarti per il lavoro che hai fatto in questa lunga quarantena, non c’è stato giorno che io non ti abbia seguito e devo dire che ho sempre trovato spunti nuovi e un tatto speciale nella relazione con le persone più svariate che si collegano. Non so dove trovi la pazienza, ma la tua sembra proprio una voce che viene da un altro pianeta, piena di spunti per il futuro che mi sembravano ormai sepolti. Sono contenta di averti conosciuto e frequentato e volevo ringraziarti di cuore.
Grazie ancora di tutto
Lorena
Elena
Per chi, come me, ha un pensiero fortemente astratto, la lettura della “Filosofia della libertà” con il metodo da te proposto è un vero esercizio, proprio come in palestra. A me richiede moltissimo sforzo abbattere gli argini dell’intellettualismo, ma grazie alle tue indicazioni, agli spunti e agli esempi dei partecipanti, comincio a sentire che qualcosa si muove e il mio pensiero atrofizzato percepisce qualche formicolio.
Grazie della pazienza e della perseveranza con cui ci accompagni!
Elena
Elisa G.
La mia vita finora è stata una continua ricerca: degli studi che facessero per me, della formazione giusta quando ho capito che volevo fare la maestra, del lavoro che mi rispecchiasse senza scendere a troppi compromessi incoerenti, di mille e più esperienze, corsi, viaggi per trovare qualcosa che mi nutrisse – non sempre con i risultati che speravo.
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Dopo aver fatto la maestra d’asilo negli ultimi due anni ho deciso di lasciare il mio lavoro per prendermi una pausa: forse anche grazie alle esperienze di studio fatte con Fabio e il gruppo di Pedagogia Intuitiva ho sentito con chiarezza che tutto quello che mi spingeva a ricercare con voracità nuove esperienze, senza mai davvero andare in profondità in ciò che facevo, era in fondo un bruciante desiderio di incontrare me stessa, di capire chi fossi davvero, riconoscendomi in modo autentico. Per questo ho deciso di fermarmi.
Alla base degli studi di pedagogia ispirati al pensiero di Steiner c’è, o almeno dovrebbe esserci, la certezza che non si possa intraprendere la strada dell’educatore – non solo quella – senza prima passare da quella perigliosa e quotidiana dell’autoeducazione, dell’oggettiva osservazione della realtà e di un pensare che si svesta finalmente di questo pesante mantello di velluto ornato d’oro che è l’intelletto astratto e privo di contatto con la vita, per trovare un pensare vivente, agile e libero di potersi muovere, che permetta di agire nella vita partendo da se stessi, senza appoggiarci a linee-guida provenienti da altri. Durante i seminari che si sono svolti nel corso dell’anno abbiamo affrontato diverse volte questi argomenti, cercando di lavorare proprio per smascherare il nostro consueto modo di muoverci e aprirci, con molta difficoltà, a sperimentare il mondo delle intuizioni. E credo di avere appunto avuto un’intuizione quando ho saputo del Progetto Lilia. Mi sembrava in quel momento di avere infinite possibilità e un’estate intera durante la quale poter fare quel che volevo. Poi qualcuno mi ha fatto riflettere sul fatto che rischiavo di rimanere nel vago e darmi per l’appunto al vagabondaggio. Così mi sono chiesta se ero davvero felice immaginandomi senza prospettive, lasciando che le cose mi accadessero senza scegliere, improvvisando, lasciandomi portare dalla corrente. Forse già da troppo tempo avevo lasciato che fosse così. Adesso però volevo scegliere, volevo dedicarmi a qualcosa in cui sentivo di credere, a cui mi sentivo legata, qualcosa a cui dare un contributo costruttivo. Così in Agosto ho fatto le valigie e ho raggiunto Fabio e gli altri ragazzi che avevano iniziato a ristrutturare la scuola di Vigo che avrebbe ospitato la Bottega.
Mentre viaggiavo verso Verona mi sono accorta che oltre alla valigia e il mio cane, per la prima volta nella vita stavo portando con me solo me stessa. Non ero una viaggiatrice, una maestra, una studentessa; ero solo Elisa, con i miei pregi e i miei difetti, quello che sapevo fare e quello che volevo imparare.
Ad aspettarmi, nessun contratto o ruolo prestabilito o turni di lavoro: fin da principio tutto è stato creato insieme, senza un dirigente con i dipendenti al seguito, bensì un lavoro quotidiano basato sul dialogo e l’ascolto reciproco, dove fin dalle più piccole cose Fabio mi ha invitato ad esercitare ciò di cui spesso siamo manchevoli al giorno d’oggi: l’iniziativa! Così insieme abbiamo creato un ritmo della settimana che comprendesse i lavori di ristrutturazione a scuola, lo studio di Steiner, il tempo libero, l’arte e la possibilità di imparare qualcosa durante il periodo di tirocinio (io per esempio sto lavorando con Fabio alla creazione di un teatro d’ombre colorate e seguo un corso di acquarello).
Sono passati due mesi da quando sono arrivata a Vigo per unirmi al progetto Lilia. Ho osservato con un sorriso come i lavori a scuola procedessero esattamente di pari passo con quello che accadeva dentro di me: quando sono arrivata i vetri della scuola erano ricoperti da disegni bizzarri e molto rovinati fatti con la tempera, molte stanze avevano infiltrazioni, c’erano muffa, polvere e ragnatele, decisamente troppi mobili di cattivo gusto, i muri rovinati e da rimbiancare. Giorno dopo giorno i vetri sono stati puliti, i buchi stuccati, le pareti imbiancate. Abbiamo pulito a fondo e fatto in modo che le infiltrazioni si fermassero. Allo stesso modo dentro di me sentivo di dover togliere ragnatele e mobili ingombranti, pulire bene le finestre da cui guardavo il mondo. E’ stato un lavoro molto lungo. Poi abbiamo iniziato a mettere luci più calde, mobili in legno e a riempire, beh non troppo, le stanze di giochi, strumenti musicali, acquarelli e lana colorata! Intanto anche dentro di me calore e colore crescevano… Poi abbiamo dipinto le pareti con la tecnica delle velature e reso sempre più accogliente lo spazio che ospiterà i bambini per i laboratori. Ora anche io sono pronta ad accoglierli!
Sono molto grata del lavoro fatto finora con Fabio, anzi, dei lavori di ristrutturazione fatti con Fabio, sia fuori che dentro! Quando mi sono ritrovata davanti alla vecchia scuola ho davvero sentito che mi somigliava molto: piena di potenziale inespresso, ma con un grande lavoro da fare su se stessa!
Ora che piano piano i lavori procedono, dalle mie finestre sempre più pulite mi concedo il lusso di decorare le stanze e di guardare il mondo con gli occhi e il cuore più aperti grazie a tutte le persone che in questo progetto mi stanno donando, con grande esperienza ed enorme generosità, ciò che sento di non aver mai trovato del tutto finora: fiducia e tanto amore per quello che faccio e che vedo crescere giorno dopo giorno. Tutto questo non sarebbe possibile senza le persone che hanno deciso di sostenere il progetto da lontano e da vicino, in particolare Paolo e Tecla, amici dal cuore immensamente grande, che non solo mi hanno accolto a casa loro, ma mi hanno fatto anche sentire parte della loro famiglia.
Pochi giorni fa la Bottega si è finalmente potuta presentare a tutti quanti: è stata una festa bellissima, piena di gente, di musica e di sorrisi. La gioia di vedere così tanti piedi camminare lungo i corridoi liberati dai calcinacci, così tanti occhi meravigliati di fronte alla bellezza di ciò che abbiamo fatto finora è stata impagabile. Ma sapete cos’è che più di tutto mi ha stupito? Ricevere così tanti aiuti da moltissime persone senza che noi lo chiedessimo!
Adesso la Bottega è pronta, mancano solo i bambini. Abbiamo in mente moltissime idee, Fabio mi aiuta a stare coi piedi per terra ma è così difficile quando si è entusiasti! Già molte famiglie si sono interessate grazie agli eventi che abbiamo organizzato al parco pubblico di Grezzana e i volantini distribuiti porta a porta.
Ora, come accade quando si trova una nuova casa in cui abitare, dopo i lavori di ristrutturazione e il trasloco, inizia la parte piò importante e impegnativa: abitare la casa! Perciò augurateci buona fortuna!
Elisa G.
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Lara
Conoscere Fabio Alessandri è stata davvero una bella scoperta! Ha messo a disposizione il frutto di studio approfondito ed esperienza pedagogica.Con la sua dedizione, cura, attenzione e pazienza ci ha portati ad addentrarci tra le righe di alcune pagine dei testi di Steiner. Poi ci invitato a fare esperienza in attività artistiche, proprio come fossimo bambini che si approcciano per la prima volta ai materiali artistici.
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Elisa
“Allora a cosa ti è servito?” mi chiedono, “Cos’è la Pedagogia Intuitiva? Suona bene.” Io so che adesso in me sono nate molte più domande di prima, giudicate voi se questo può essere considerato utile!
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Luca
I tre giorni del seminario con Fabio sono stati un’esperienza che seppur nominalmente avesse a che fare con una materia a me del tutto estranea – quella della pedagogia – ha coinvolto al massimo mente, corpo e spirito fin da subito. Condivisione, senso critico nei confronti di sé e della realtà, libertà ed amore sono solo alcune sensazioni provate durante questa esperienza.
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Benedetta
Non sapevo cosa aspettarmi da questa “pedagogia intuitiva” e ho provato, senza cercare troppe spiegazioni, ad osservare ciò che ci veniva proposto da Fabio, accogliendo quanto potevo.
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Lo studio del testo La filosofia della libertà di Steiner che facevamo tutte le mattine ha dato un grande contributo alle nostre giornate di lavoro. Ho trovato che fosse un ottimo modo di iniziare la giornata dopo la magnifica colazione in terrazza. Ho ricevuto numerosi stimoli, nuove domande, ma soprattutto mi ha arricchito ascoltare i pensieri dei miei compagni di avventura.
La seconda parte della giornata, però, dedicata alla parte artistica, è stata quella che più mi ha nutrito.Mi è piaciuto molto il modo in cui Fabio ci ha portato incontro tutto ciò che è arte. Musica, canto, pittura, creta, disegno, cera, lana. Sono spelndidi strumenti che abbiamo a disposizione per dare voce alle nostre emozioni. Credo che dentro ognuno di noi ci sia il desiderio, nascosto o manifesto, di essere degli artisti, o per lo meno di riuscire a fare qualcosa di bello. Allo stesso tempo, almeno per quanto mi riguarda, la paura di sbagliare, di sentirsi incapaci e l’aspettativa troppo alta ci bloccano, trasformando qualcosa di bello come l’arte, in qualcosa troppo difficile. Questa paura è spesso dovuta a schemi esterni che ci dicono come dobbiamo fare le cose, alienandoci dalla parte più bella e divertente, quella che ogni bambino conosce: il divertimento di scoprire da sé.
Quello che Fabio ci ha fatto sperimentare durante la settimana e che per me è stato il contributo più grande è proprio questo: scoprire da sé, con la propria volontà, gli elementi semplici di ogni arte e come poter giocare con questi, proprio come fa il bambino quando si avvicina a qualcosa che non conosce.
Dopo un magnifico pranzo condiviso, ci dedicavamo al gioco, (“Giochi per costruire il futuro”). Giocare è stato meraviglioso! Non voglio dilungarmi troppo, è stato davvero divertente giocare con lo scopo di giocare. Ci è stato chiesto di trovare variazioni, riflettere sul singolo gioco, mettere in moto la fantasia, tornare ad essere bambini e talvolta rimanere adulti che vogliono divertirsi insieme. Penso sia stata l’attività che più ci ha messo alla prova davanti agli occhi di tutti, ci ha permesso di togliere quei veli dietro i quali spesso ci nascondiamo pechè ormai siamo “grandi”.
L’osservatorio pedagogico è stata una bella scoperta, decisamente quello che mi ha messo più in difficoltà e continua a portarmi incontro molte domande. Molto spesso mi sono chiesta quali siano le giuste risposte da dare ai bambini e altrettanto spesso mi hanno risposto che è giusto ciò che io sento come vera motivazione. Non è facile riuscire a distinguere la volontà dell’adulto da quella del bambino e avere l’intuizione, appunto, della cosa giusta da fare. Sarebbe un bel traguardo riuscire ad arrivarci!
Sono venuta a conoscenza della settimana intensiva di pedagogia intuitiva “per caso”, il giorno stesso in cui questa iniziava, durante un viaggio Roma – Verona. Il giorno stesso ho chiamato Fabio chiedendogli se fosse stato possibile assistere solo alla giornata di lunedì (per impegni lavorativi non sarei potuta rimanere tutta la settimana) e lui mi ha risposto chiedendomi se mi sarebbe piaciuto andare al cinema e vedere solo i titoli di testa del film. Era una provocazione, ma alla fine la curiosità ha prevalso su tutto, sono andata e sono rimasta tutta la settimana. Quando un film mi prende, amo rimanere anche oltre i titoli di coda!
Ringrazio moltissimo Fabio per la pazienza e la dedizione con cui ci ha portato incontro questo tipo di lavoro a lui molto caro. Ringrazio quel luogo meraviglioso che ci ha permesso di giocare, godere di squarci magnifici, mangiare all’aperto e dormire sotto le stelle. Infine voglio ringraziare i miei compagni di avventura uno per uno, per le condivisioni, le danze, i canti, i giochi, le parole, le poesie, i sorrisi… anche questa volta il “caso” ha fatto un buon lavoro.
Benedetta
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Laura
Da una conversazione tra amici:
L: Sai sono stata a fare una settimana intensiva di pedagogia intuitiva.
C: Pedagogia come?
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L: Intuitiva! Dai, usa un po’ di intuito! Anche tu ti occupi di educazione, no?
C: Certo, ma non ho mai sentito parlare di intuito in educazione, a noi hanno sempre insegnato che si deve essere bene organizzate, si deve prevenire…
L: Ah, ah! Anche tu conosci il signor Si!
C: Come scusa…?
L: Ma certo! Il Signor Sì fa cosi, fa questo e fa quello, é lui che lo fa, non noi!
…e la conversazione continua, ma vorrei sintetizzarela descrivendo ciò che ho sperimentato nel frequentare quest’anno gli incontri di pedagogia intuitiva con Fabio Alessandri. Quando provo a raccontarlo a qualcuno mi accorgo di parlare un altra lingua e le persone non mi capiscono tanto, perché grazie alla pedagogia intuitiva impari a guardare e a pensare in maniera differente e lo fai meravigliandoti – almeno a me è successo così -, perché non partiamo dal principio che ”SI fa così”, ma vediamo invece come possiamo fare NOI, proviamo a fare le cose a partire da noi stessi.
“Ma in pratica cos’è e come viene affrontato il lavoro?”
Ci sono vari argomenti: lo studio, l’arte, il colloquio pedagogico, la didattica e altre cose ancora che non sono inserite nel programma ma che fanno parte della formazione. Tutte quelle cose date da una convivenza (che sia di un weekend o di una settimana), cioè vivere insieme gli spazi comuni e mangiare con gli altri.
“Ma scusa non parlavamo di pedagogia e formazione?”
Anche queste cose fanno parte della formazione, perché soprattutto per ragazzi di 20/30 anni queste cose non sono così “intuitive”; magari a parole, ma non in pratica. Infatti un effetto del seminario è che ci si sente a casa, in famiglia e ci si lascia un po’ andare e a volte capita che non si rispettino gli spazi comuni o il luogo che ci ospita, e questo è molto più importante di mille discorsi sulla pedagogia antroposofica.
Oltre a questi aspetti legati alla vita pratica vengono fatte cose strane come la “lettura esplorativa”, “l’osservatorio pedagogico” (che non è la spiegazione di come un maestro debba comportarsi con i genitori, ma ben altro) e altre cose ancora per le quali tu ti chiedi: ”Ma dove vuole andare a parare?” L’essenza di ciò che viene fatto è un percorso. Un percorso che ti mette alla prova, che attiva in te un sacco di facoltà che non pensavi neanche lontanamente di avere, che nessuno mi ha mai fatto vedere, né tanto meno insegnato ad utilizzare.
Immaginatevi un sentiero che è tracciato, ma non troppo, e tu all’inizio ti ritrovi senza mappa e senza indicazioni. Piano piano, camminando, senti una voce pacata, gentile ed esperta che ti guida e ti dice dove forse è meglio passare. Poi FORSE incominci a capire lo schema (ma non sai ancora che non è uno schema che segue, ma qualcos’altro) e allora provi… “Ma no, questo non è il sentiero che stavo seguendo!” E allora riappare la voce.
Insomma, un buon maestro ti fa anche sbagliare, perché è così che puoi imparare. Impari a osservare il segno del tuo operato, di quello che fai.
E lo fai mentre modelli la creta o la cera, mentre studi in maniera esplorativa, mentre disegni, canti, giochi e tante altre cose. E intanto ti osservi e il modo in cui fai tutto questo parla di quello che sei, ma anche del percorso che hai fatto, che ti condiziona e che ti allontana da quello che vorresti intraprendere (almeno per me è stato così). Questo ti mette anche nella spiacevole condizione di riconsiderare la forma mentis che hai, volente o nolente. Inizi a dirti: “Ah! Forse ho capito… Mhm, no non così… Aspetta… Aha, ci sono!” E li c’è un C l i c k che è seguito da altri click, come delle porte che si aprono o delle uova che si schiudono. Quella si che è una bella sensazione! Una sensazione di arrivo, ma non di fine percorso, tutt’altro!
Personalmente è un po’ meno di un anno che seguo Fabio in questi corsi e sono sempre stata spinta a tornare perché ci ho trovato del nutrimento, del buon cibo, e sopratutto del cibo mai provato, che secondo me viene da un altro pianeta. Perché inizi a vivere in maniera diversa e ad affrontare le cose con un approccio più vivo, più vero. Ti vengono in mente delle idee, delle varianti di un gioco e poi ancora altre idee; poi pensi ancora un po’ e ne spuntano di nuove, e allora continui a fare gli esercizi, ti disciplini e tutta questa disciplina ti diverte perché stimola tutto il tuo essere.
“Seminato”, mi viene in mente questa parola. Un campo seminato, ma da chi? Da Fabio, un buon contadino che semina su di una Terra che siamo noi giovani che accoglieremo, in futuro, le più diverse pianticelle che sono i bambini.
Insomma se qualcuno è interessato o incuriosito da questa Pedagogia, vediamo se riesce a scoprire – anzi a intuire – da quale pianeta viene tutto il buon cibo e il buon nutrimento di cui ho parlato!
Laura
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